20240317 Dadamaino al MAGA di Gallarate

Avviso: questa recensione è rivolta solo a chi ha apprezzato i “tagli” e i “concetti spaziali” di Fontana.

Anche se al grande pubblico potrà sembrare strano, l’artista di Rosario (Santa Fé, Argentina) è stato un caposcuola dell’informale, in un’area diversa da quella della “consueta” pittura astratta. La sua ricerca, come quella di Piero Manzoni (noto al grande pubblico per la “m.. d’artista”), è stata rivolta non a riempire la tela di segni in modo diverso, ma proprio a utilizzarla in modo radicalmente diverso.

Un’opera di Fontana dalla collezione permanente del MAGA

Sulle sue orme si è mossa un’altra sua allieva, Dadamaino.

Le sue opere normalmente riempiono alcune sale dell’ultimo piano del Museo del Novecento a Milano; ultimamente però questo piano risulta chiuso per ragioni non comunicate: un motivo in più che ci ha spinti a visitare questa mostra, unitamente alla visita del Museo d’Arte di Gallarate (MAGA) stesso (https://www.museomaga.it/ ).

Gallarate, città già di brughiere e a inizio Novecento “delle cento ciminiere”, è una cittadina che ama l’arte: lo testimoniano, oltre al MAGA, il concorso artistico alimentato dal Museo,

e le sculture esposte davanti alla Questura;

oltre alla curiosa abbondanza di edifici contemporanei dalla facciata concava.

Ma veniamo alla mostra (https://www.museomaga.it/it/mostre/208/dadamaino-1930-2004).

I primi anni di attività di Dadamaino sono sotto il segno dell’informale (Volumi a moduli sfasati, 1960-1961):

L’artista guadagna presto fama internazionale:

Un periodo è dedicato a studi ottici (Rilievi, 1960-1964 e Oggetti ottico-dinamici, 1962-1965):

Le opere cinetiche mi fanno pensare ai circuiti del nostro cervello (Componibili, 1965-1966 e l’ Inconscio razionale, 1975):

In questa fase vengono inventati nuovi alfabeti (L’alfabeto della mente, 1977):

Environnements luminocinétiques, ovvero Proposte per la città di Parigi:

Mappe di un mondo immaginario, che diventano grandi come il mondo stesso, come in un racconto di Borges (Il movimento delle cose, 1987-1996):

Molto bello lo spazio dedicato all’attività della casa di moda Missoni, fondata nel ’53 a Gallarate e tra i sostenitori del museo:

(altro sostenitore è la Ricola: troverete caramelle a volontà)

Come raggiungere il Museo: con il Passante S5 è disponibile un treno ogni 20′ circa; il tragitto da Porta Garibaldi richiede 40′.